Strategie di decision making: come bilanciare intraprendenza e rischio

Prendere le decisioni più efficaci, collaborare con i colleghi per raggiungere un obiettivo comune, dare il meglio di sé, affrontare eventi stressanti o difficoltosi in maniera positiva, gestire le situazioni conflittuali…queste e molte altre abilità rientrano nel macro insieme di quelle che vengono definite soft skills o competenze di base.
Si tratta di capacità che ogni buon professionista dovrebbe sviluppare nel corso della sua crescita personale e lavorativa per raggiungere degli standard elevati di qualità.

In ambienti di lavoro particolarmente challenging prendere le giuste decisioni è spesso una grande sfida per chi ricopre posizioni di responsabilità ma anche per un dipendente che deve sempre proporre nuove idee e produrre risultati tangibili.
Di questo abbiamo parlato con Rosario Gagliardi docente del corso “Competenze essenziali per lo sviluppo personale e professionale” (il 4 maggio a Roma) e professionista con esperienza trentennale in crescita e gestione del personale.

 

Quali capacità bisogna sviluppare per prendere una decisione ponderata?

La prima capacità che bisogna sviluppare è la capacità di pensiero. Occorre aumentare la qualità della nostra percezione della realtà.
Gli inglesi dicono: “Se nel tuo cervello entra spazzatura, uscirà spazzatura.” Questo vuol dire che se abbiamo una percezione sbagliata delle situazioni in cui ci imbattiamo, nella vita o sul lavoro, finiamo per elaborare un pensiero e quindi una scelta sbagliata.
Se percepisco situazioni ostili assumerò un atteggiamento di difesa, o peggio, di attacco e farò scelte sbagliate, compromettendo l’efficacia delle mie decisioni.
Quindi qual è la capacità che più serve? Quella di saper elevare la qualità del pensiero e trovare il metodo corretto per analizzare la realtà.

 

La capacità di prendere decisioni è strettamente connessa anche con la leadership; come farsi ascoltare dal proprio team allineando la squadra su un unico obiettivo? 

Lo strumento più potente della comunicazione è l’ascolto: se vogliamo essere ascoltati dai nostri colleghi dobbiamo farlo noi per primi, creando così i presupposti per essere ascoltati.
Quando ascolto finisco per instaurante una comunicazione migliore perché conosco realmente di cosa ha bisogno il mio interlocutore, che cosa si aspetta da me come leader.
Oggi ci imbattiamo troppo spesso ancora in forme di leadership direttiva o partecipativa, ma quella più virtuosa è quella situazionale che consiste nell’assumere un valore in relazione alla situazione.
Un ulteriore passaggio, forse ancora più efficace, sarebbe quello di apprendere la tecnica della leadership diffusa, ovvero riuscire a dare il giusto valore a tutti i membri del team per essere riconosciuto naturalmente come leader.

 

A volte i clienti non si fidano delle decisioni del professionista, in questo caso quali tecniche di comunicazione possiamo attuare per convincerli della validità della linea adottata? 

In questo caso parliamo di negoziazione che, etimologicamente, vuol dire negare l’ozio ovvero mettersi in moto, passare all’azione. Ogni negoziazione parte dalla definizione dell’obiettivo che voglio raggiungere e da chi è la persona che ho di fronte.
A volte si va a negoziare senza conoscere il proprio interlocutore, questo è sicuramente un errore.
È importante, poi, non focalizzare l’attenzione solo sull’obiettivo, che non è quello di vincere, ma di ascoltare i bisogni dell’altro ed essere aperti perché potrebbero anche variare in corso i termini della trattativa.
Bisogna sempre e comunque avere un piano B, una proposta alternativa, ed essere pronti a adeguare la tattica man mano che la negoziazione va avanti.
Se ci rendiamo conto che non ci sono i presupposti per un obiettivo realizzabile, la scelta migliore è quella di riprogrammare un incontro con il cliente o il collega e prepararsi nuovamente e meglio.

 

In conclusione, come possiamo bilanciare rischio e intraprendenza nelle strategie decisionali?

Per fare questa valutazione ci sono tre pilastri fondamentali da tenere a mente.
La prima qualità su cui bisogna contare nell’elaborare una strategia decisionale è il coraggio di andare oltre ciò che è considerato “normale”, la seconda è la consapevolezza, la terza è il senso di responsabilità perché qualsiasi cosa succede deve essere presa al 100% sulle proprie spalle.
Un buon leader non può parcellizzare la responsabilità sui colleghi o sui dipendenti, ma se ne deve fare carico, come il suo ruolo richiede.

 

 

L’acquisizione delle competenze di base, o soft skills, è fondamentale per ogni professionista in ogni settore. Se anche tu condividi con noi il desiderio di crescere e la voglia di migliorare, prenota ora il tuo posto al corso avanzato Competenze essenziali per lo sviluppo personale e professionale con Rosario Gagliardi che avrà luogo il 4 maggio, in una giornata unica, al Bettoja Hotel Mediterraneo di Roma.

 

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